TORINO - Per contrastare gli effetti delle ondate di calore Coldiretti chiede che la Città di Torino e le altre città della prima cintura investano in nuove aree verdi urbane recuperando le aree industriali e le aree degradate già cementificate soprattutto in quei quartieri dove si formano le pericolose “isole di calore” .
Torino vanta un primato nazionale nel verde urbano con i suoi 19,5 Km2 di verde pubblico e i suoi 150.000 alberi. Ma a dispetto della storica attenzione al verde della nostra città molto resta ancora da fare. Il 35,6% delle superfici verdi in rapporto al totale del territorio comunale non è sufficiente. «Ci sono ancora troppi quartieri residenziali, soprattutto gli ex quartieri operai e le ex aree industriali che non hanno a disposizione verde sufficiente per mitigare il calore estivo. A Torino abbiamo tanto verde ma è mal distribuito».
Coldiretti Torino punta il dito su quel 46% della superficie urbana che presenta le cosiddette “isole di calore” definite a rischio “medio e alto”.
«Le zone senza verde – ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - sono zone dove il caldo è più elevato fino a diventare insopportabile. Il Piano verde della Città prevedeva azioni che è venuto il momento di attuare. Potenziare e riqualificare la presenza di verde urbano nelle città con parchi e giardini, potrebbe permettere di abbassare le temperature medie di 1,5 gradi, con effetti benefici sulla salute delle persone e sulla vivibilità dei centri, oltre che sull’inquinamento».
I benefici delle piante adulte
Questo perché una pianta adulta può assorbire tra i 100 e i 250 grammi di polveri sottili presenti nell’aria, mentre un ettaro di vegetazione riesce a sottrarre fino a 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. Tra l’altro, si tratterebbe di piantare specie autoctone padane come la farnia, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, oltre ad arbusti come rosa canina, alloro, ligustro, corniolo e biancospino.
«Siamo a disposizione della Città per aprire una nuova stagione di diffusione del verde in ambito urbano. Si tratta di trasformare alcune vie cittadine in vie alberate. Di piantare alberi nei parcheggi pubblici. Di gestire le rotonde dotandole di un verde più funzionale e di sistemare piante in vaso e in cassoni nelle aree più strette. Il verde abbassa la temperatura e rende i quartieri più gradevoli».
Coldiretti Torino chiede una vera e propria rivoluzione del verde urbano e ricorda che nel Torinese operano 470 aziende del settore florovivaistico con oltre 730 addetti. «Così come questa città – conclude Mecca Cici – i nostri florovivaisti hanno una grande esperienza. Le aziende sono a disposizione per aiutarla ad affrontare ondate di calore sempre più preoccupanti che hanno costi sociali sempre più insostenibili».