TORINO - «Nel 2025 sentire ancora parlare di “infermieri esecutori” da parte di chi ricopre ruoli apicali in una delle principali aziende ospedaliere italiane è inaccettabile. Parole gravi, che riportano indietro la nostra professione di almeno trent’anni».
Così Claudio Delli Carri, segretario regionale del sindacato Nursing Up Piemonte Valle d’Aosta, interviene dopo le affermazioni rilasciate dalla direttrice sanitaria della Città della Salute di Torino, dottoressa Pirola.
«L’infermiere è un professionista sanitario autonomo, responsabile dell’assistenza, capace di valutare, pianificare e attuare interventi complessi, in collaborazione con l’équipe e nel rispetto della normativa vigente. Dichiarazioni come quelle pronunciate dalla dottoressa Pirola non solo offendono una categoria intera, ma mostrano un preoccupante scollamento culturale da quella che è oggi la realtà clinico-assistenziale», prosegue Delli Carri.
Una posizione condivisa anche dai referenti sindacali Nursing Up delle Molinette – presidio ospedaliero simbolo della sanità piemontese e sede della direzione sanitaria oggi al centro delle polemiche – che esprimono «profondo sconcerto e indignazione per l’immagine arretrata e svalutante offerta della figura infermieristica».
«Chi guida strutture complesse come la nostra – si legge nella nota dei rappresentanti – dovrebbe conoscere e valorizzare la crescita normativa, culturale e professionale della nostra categoria, riconoscendone il ruolo cruciale all’interno del percorso di cura. Il mansionario è stato superato da anni: la legge 42/1999 e la legge 251/2000 sanciscono l’autonomia e la responsabilità degli infermieri, che oggi rappresentano un presidio fondamentale di competenza e sicurezza per il cittadino».
La "fuga" dalla Città della Salute
Il sindacato evidenzia inoltre come questo tipo di retorica contribuisca ad alimentare la crisi delle vocazioni e l’aumento delle dimissioni: «Sempre più professionisti decidono di lasciare la Città della Salute, scegliendo realtà che investono sul riconoscimento delle competenze e sulla qualità dell’ambiente lavorativo. In un contesto già segnato da carenze croniche di personale, simili affermazioni rischiano di aggravare ulteriormente la situazione».
«Chiediamo – conclude Delli Carri – un’immediata presa di posizione da parte dell’azienda e un chiarimento ufficiale da parte della dottoressa Pirola. È doveroso ristabilire la verità dei fatti, non solo per il rispetto degli infermieri, ma per la credibilità e il futuro della sanità pubblica».