lineaitaliapiemonte.it | 20 novembre 2024, 17:49

Dopo la protesta Coldiretti per emissioni agricole e qualità dell’aria la Regione corre ai ripari

Spiega l'assessore all'Agricoltura Paolo Bongioanni: «individuati sistemi alternativi all’obbligo di coperture e “semaforo” anche per gli abbruciamenti vegetali»

Dopo la protesta Coldiretti per emissioni agricole e qualità dell’aria la Regione corre ai ripari

TORINO – Arriva una prima risposta di Regione Piemonte e Arpa alle richieste di allevatori e agricoltori che martedì mattina hanno manifestato davanti alla sede del Consiglio regionale. Motivo della protesta le criticità del Piano della qualità dell'aria che, secondo Coldiretti, inciderebbe negativamente sul comparto.

In particolare le critiche si sono concentrate su l’obbligo di copertura dei cumuli in concimaia e delle vasche di stoccaggio dei liquami prodotti dagli allevamenti e sul divieto di abbruciamento degli sfalci vegetali disposto per 9 mesi all'anno dalle norme europee.

Stoccaggio di concimi e liquami e pratica dell’abbruciamento presentano un significativo impatto sull’emissione nell’atmosfera di gas climalteranti e sono sottoposti per questo a una rigida normativa europea, con il rischio di procedure di infrazione per la Regione che non dovesse attenersi ai limiti prescritti.

Arriva il "semaforo" 

Per entrambi i problemi sono state individuate soluzioni praticabili sia sotto il profilo tecnico che giuridico. A spiegarle l'assessore all'Agricoltura Paolo Bongioanni. «Ferma la premessa che l’imprenditore agricolo è il primo custode del territorio e noi dobbiamo sostenere l’impresa agricola in tutte le modalità possibili, abbiamo convenuto una serie di iniziative che andranno sicuramente a favore del mondo rurale» spiega l'assessore. «Fra queste la possibilità di autorizzare l’impiego di sistemi innovativi che consentiranno di evitare il ricorso alle coperture e l'applicazione del “semaforo” Arpa al calendario degli abbrucciamenti, sistema già attivo per gli sforamenti dei PM10».

Soddisfazione per il risultato è stata espressa anche dall’assessore all'Ambiente Matteo Marnati: «abbiamo convenuto la possibilità di eliminare l'obbligatorietà della copertura delle vasche adottando delle misure alternative più sostenibili, biologiche e poco impattanti per gli allevatori».

Redazione