Con l’invenzione dei transistor negli anni 60, la leadership dell’Europa occidentale, in particolare quella tedesca, nel manifatturiero tecnologico cominciò a declinare, dapprima in favore di giapponesi, coreani e taiwanesi e successivamente del Dragone cinese, dopo l’ingresso della Cina nel WTO nel 2001.
Nel nuovo millennio il predominio asiatico è diventato assoluto soprattutto nell’elettronica di consumo. Famosi produttori di radio, televisori e strumenti musicali come Braun, Grunding, Telefunken, Nordmende in Germania o Mivar, Geloso, Farfisia in Italia sono scomparsi nel corso degli ultimi decenni o destinati a produrre altre cose meno sofisticate.
Sinora solo nell’industria automobilistica le case europee erano riuscite a mantenere le posizioni di dominio senza soccombere agli asiatici. Questo perché le costruzioni meccaniche, ed in particolari i motori termici, sono prodotti dell’ingegneria meccanica dove la qualità della lavorazione meccanica la capacità di trovare miglioramenti costruttivi tramite l’intuito e l’intelligenza sono le caratteristiche vincenti. Inoltre le nazioni europee hanno esperienza e tradizione nelle costruzioni meccaniche e queste cose sono molto importanti nelle industrie a basso contenuto scientifico
I lavoratori italiani possiedono queste qualità artigianali, lo dimostra il fatto che fino al licenziamento di Vittorio Ghidella da amministratore di FIAT Auto nel 1988, i marchi italiani come FIAT, Alfa Romeo, Lancia, Ferrari erano leader del mercato europeo assieme a Wolkswagen.
Il declino è cominciato dopo le forzate dimissioni di Ghidella. Con l’avvento di Romiti alla guida di FIAT Auto, la visione affaristica prevalse nella strategia di conduzione dell’azienda secondo una “visione finanziaria”, opposta alla “visione autocentrica” di Ghidella.
Il nuovo management aveva concentrato tutta l’attenzione sulla riduzione dei costi di produzione e di investimento in nuovi modelli, massimizzando i profitti e perdendo così di competitività con i concorrenti. A condurre la FIAT verso il baratro sono stati posti successivamente: Cantarella, Fresco, Marchionne e soprattutto Tavares, il peggio del peggio.
La FIAT potrà essere rilanciata ritornando a focalizzare l’attenzione sul motore endotermico, dove i cinesi non sono mai stati competitivi. Però, affinchè la rinascita della FIAT sia possibile, gli stabilimenti italiani ex FIAT devono entrare sotto il controllo di una nuova società pubblica come l’ENI che deve essere controllata da una joint venture fra lo stato italiano ed un partner che deve essere un costruttore affermato di auto elettriche. In tal modo in un futuro in cui auto termiche ed elettriche convivono ognuna con i propri segmenti di mercato, nello stesso stabilimento di Mirafiori si potrebbero assemblare le auto elettriche progettate dal partner e le auto endotermiche progettate dalla Fiat.