lineaitaliapiemonte.it | 09 agosto 2024, 11:15

Un Tavolo permanente per affrontare l'emergenza dell'Istituto penale minorile Ferrante Aporti

Troppo affollamento e pochi percorsi di riabilitazione, «la città saprà rispondere a questa emergenza con la capacità di fare squadra e lo spirito innovativo che la caratterizzano» spiega la vicesindaca Michela Favaro

Un Tavolo permanente per affrontare l'emergenza dell'Istituto penale minorile Ferrante Aporti

Un'ottantina i detenuti, alcuni armati di bastoni, che nella sera di giovedì 1 agosto hanno dato vita a disordini, appiccando un incendio nel primo padiglione della struttura. Sul posto anche i Vigili del Fuoco oltre alle volanti della questura

TORINO - A seguito dei disordini scoppiati lo scorso primo agosto all’Istituto penale minorile “Ferrante Aporti”, mercoledì mattina la vicesindaca della Città di Torino con delega ai Rapporti col sistema carcerario Michela Favaro ha convocato un tavolo congiunto per definire gli interventi di riorganizzazione dei servizi rivolti ai minori detenuti.

All’incontro hanno partecipato l'amministrazione penitenziaria, il Centro di giustizia minorile, la Garante dei diritti dei detenuti della Città di Torino, il personale della Polizia penitenziaria, gli enti del terzo settore che operano nel carcere per le attività formative e professionali e le Fondazioni del territorio, oltre a insegnanti, educatori, psicologi e volontari.

Troppo affollamento e pochi percorsi di rieducazione

Durante l’incontro sono emerse le maggiori criticità del sistema carcerario a livello nazionale, a partire dal sovraffollamento degli istituti minorili e dalla necessità di maggiori investimenti in rieducazione e reinserimento delle persone, con un particolare attenzione per i più giovani.

Per quanto riguarda nello specifico la situazione dell’istituto torinese, l’assenza sul territorio di un numero sufficiente di comunità-alloggio adatte a ospitare i ragazzi che possano beneficiare di un contesto alternativo al carcere per scontare la pena rende difficile il turn over all'interno della struttura e l’accompagnamento dei detenuti verso percorsi di autonomia e graduale reinserimento sociale.

Da quanto è emerso è inoltre necessaria l’introduzione di nuove competenze per venire incontro ai detenuti, prevalentemente ragazzi stranieri di origine nord-africana e non scolarizzati, così come si rende indispensabile lo studio di percorsi continuativi per l’accompagnamento educativo, la formazione professionale e la preparazione all’uscita dal carcere, che vedano la collaborazione di enti pubblici e privati con azioni complementari e non sostitutive.

Un Tavolo permanente

Su proposta della vicesindaca il tavolo assumerà forma permanente, con un secondo appuntamento fissato subito dopo la pausa estiva, e tavoli tematici che affronteranno in maniera pragmatica alcuni temi specifici, tra i quali l’intervento sociale, la formazione professionale, le attività sportive, gli aspetti sanitari e i contesti alternativi al carcere.

«Come istituzioni del territorio siamo pronti a collaborare e a fare la nostra parte, certi che la nostra città saprà rispondere a questa emergenza con la capacità di fare squadra tra le sue componenti sociali e lo spirito fortemente innovativo che da sempre la caratterizzano» spiega la vicesindaca Favaro

Redazione