Qualcosa sta davvero cambiando se Stellantis in quattro e quattr'otto, si fa per dire, ha imbastito un’alternativa che salva capra e cavoli ovvero Mirafiori e la 500.
Il coniglio, uscito dal cappello dell’amministratore delegato Tavares e presentato oggi ai sindacati Metalmeccanici incontrati presso il centro stile a Torino, si chiama 500 ibrida, non un'endotermica (pura) e non un’elettrica (pura) ma un mix di entrambe in cui la parte di endotermico ha un peso specifico assai importante per il tessuto industriale dell’indotto perché significa “fare i pezzi” che diversamente, nel caso dell’elettrico, in cui c’è la batteria ma tutto il resto no, non servirebbero.
E' quindi, in generale, una giornata di soddisfazione anche se le perplessità restano. Soprattutto per i tempi perchè la 5oo ibrida è prevista dal 2026 e, come è stato sottolineato dai sindacati, si tratta di gestire un periodo di transizione in cui i lavoratori rischiano di dover fare altri sacrifici.
Una traversata nel deserto lunga due anni
Lo sottolinea Edi Lazzi, segretario Fiom di Torino: "La 500 ibrida rappresenta sicuramente una novità positiva per Mirafiori che dopo anni di attesa vede assegnato un modello con buone potenzialità sul fronte dei volumi produttivi anche se bisognerà fare una traversata del deserto lunga due anni prima della messa in produzione. È comunque un passo importante per il rilancio di Mirafiori, ma non risolutivo. Servono infatti due altri passi, altrettano importanti: dei progetti di sviluppo per gli impiegati, i tecnici e gli ingegneri degli Enti Centrali e l'assunzione di giovani lavoratrici e lavoratori per dare continuità allo storico stabilimento”. Quindi, ricorda Lazzi, “il 12 giugno saremo nuovamente in piazza con le altre organizzazioni sindacali".
Fondamentale il ruolo del Governo
Il Segretario Generale della FIM-CISL Ferdinando Uliano chiama in causa il governo: “L’obiettivo di 1 milioni di veicoli, assunto nei tavoli di confronto presso al Mimit, è un obiettivo che il gruppo si pone che determina un incremento del 40% delle attuali produzioni, ma Carlos Tavares ha precisato gli aspetti che servono per cogliere questo obiettivo, ovvero gli aspetti relativi al costo dell’energia, alla continuità degli incentivi sulla domanda. Diventa pertanto indispensabile per noi completare l’accordo di sviluppo per il settore dell’auto a Palazzo Chigi”.
Gli fa eco Rocco Cutrì, segretario Fim Cisl Torino Canavese: “La 500 ibrida é integrabile nell'attuale linea produttiva della 500 BEV per cui rappresenta una reale alternativa che noi stessi avevamo richiesto con determinazione in sede Ministeriale e che va nella direzione della conferma della missione produttiva dello stabilimento torinese, auspichiamo che i tempi ad oggi previsti, primo trimestre 2026, con uno sforzo possano essere anticipati, per questo attendiamo i primi approfondimenti tecnici”.
Rassicurati che Stellantis non intende abbandonare l'Italia
Il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo, dichiara al termine dell’incontro: “Consideriamo molto positivo l’incontro di oggi con il CEO Tavares, in quanto siamo stati rassicurati sul fatto che Stellantis non intende abbandonare l’Italia e continuerà ad investire in tutti gli stabilimenti italiani, non solo su Mirafiori. Previsti in tutti i siti Stellantis nuovi modelli che porteranno l’occupazione alla piena saturazione nei prossimi anni.”
Necessari ancora sacrifici per i lavoratori
Rocco Palombella, segretario Uilm, ci va con i piedi di piombo: “Il piano che oggi ci è stato esposto dall’AD di Stellantis, Carlos Tavares, risponde ad alcune importanti richieste che avevamo avanzato, poiché arricchisce il novero dei modelli assegnati alla Italia ad iniziare dalla Fiat 500 ibrida a Mirafiori nel 2026, ma prevede tempi di realizzazione lunghi e quindi implica la condivisione di un percorso ancora difficile con notevoli sacrifici per i lavoratori. Ci sono inoltre questioni ancora irrisolte, come il rilancio del marchio Maserati e dello stabilimento di Modena”. E, come gli altri sindacati , sottolinea il ruolo che dovrà avere il governo: “Stellantis ha rimarcato la necessità di interventi che dipendono dalla politica e che incideranno sulla competitività del Paese e sulla transizione all’elettrico, che vanno dagli incentivi all’acquisto alle reti di ricarica, dal costo dell’energia alla concorrenza cinese; da questi interventi del Governo dipenderà in gran parte secondo la stessa Stellantis la possibilità di realizzare appieno il piano industriale e quindi di raggiungere l’obiettivo di produrre un milione di veicoli l’anno”.
Così va a finire che se qualcosa va storto si sa già chi sarà il colpevole.