lineaitaliapiemonte.it | 20 febbraio 2024, 21:18

Il tavolo torinese per l'automotive in cui non ci sono novità e ognuno recita a soggetto

“Con l’avvio del nuovo piano incentivi c'è la possibilità di aumentare la produzione a Mirafiori della 500 elettrica”: il piano industriale c'è se ci sono gli incentivi. Al tavolo presso il Comune di Torino si torna alla casella iniziale. E Lo Russo chiede al governo se crede o non crede nella transizione elettrica

Il tavolo torinese per l'automotive in cui non ci sono novità e ognuno recita a soggetto

L'impressione, appena entrati nella sala di Palazzo Civico in cui si è appena tenuto l'incontro dei rappresentanti di Stellantis con la Città di Torino, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL Torino, Unione Industriali, Camera di Commercio, ANFIA e API Torino è di vedere musi lunghi o almeno seri, anzi serissimi. Il tavolo è durato circa un'ora e mezza ed era stato annunciato dal Comune per “analizzare nel dettaglio la situazione e definire eventuali azioni da mettere in campo”. Soddisfatti o rimborsati?

Dipende, ognuno ha una sua lettura, poi c'è il bon ton istituzionale, c'è l'esigenza di trasferire le informazioni in un modo piuttosto che in un altro, ognuno, a questo tavolo, rappresenta qualcuno o qualcosa, ognuno ha la sua parte in commedia.

Stellantis: con incentivi aumenta la produzione di 500 a Mirafiori

Cominciamo dall'attore principale. “Stellantis giudica positivo e costruttivo l’incontro che si è svolto oggi a Torino, presso Palazzo Civico, in occasione del quale sono state ribadite da parte del Gruppo le iniziative avviate nel comprensorio di Mirafiori che supportano in modo importante il piano strategico Dare Forward2030.

L’obiettivo è trasformare un complesso dalle radici storiche e iconico in un esempio di polo produttivo innovativo e anticipatore delle linee guida della nuova era della mobilità sostenibile che porterà, grazie anche al contributo di Mirafiori, all’ambizioso traguardo per Stellantis delle zero emissioni di carbonio entro il 2038”, recita il comunicato stampa aziendale che in un crescendo lirico, dopo aver sottolineato come l'Italia abbia un ruolo cruciale nei cambiamenti che stanno interessando il modo dell'automotive, si difende da chi l'accusa di disinteressarsi del territorio: “L'Azienda ha infatti investito diversi miliardi di euro nelle attività italiane per nuovi prodotti e siti produttivi, tra cui la gigafactory di Termoli, il BatteryTechnology Center, il Plant per il cambio elettrificato eDCT e l’Hub di Economia Circolare. Tra l’altro, gli ultimi tre tutti realizzati a Mirafiori. È un dato di fatto innegabile, nonostante si continui a dire che Stellantis non fa investimenti”.

E dopo l'excusatio si arriva al punto cruciale: “Stellantis è inoltre convinta, ed ha i piani per farlo, che con l’avvio del nuovo piano incentivi italiano ci sia la possibilità di aumentare la produzione a Mirafiori della 500 elettrica, riportandola a numeri che gli spettano per il gioiello che è”. Insomma, l'elettrico non piace? Non c'è problema, ti convinciamo pagandolo noi. Noi che saremmo noi cittadini. Il piano aziendale? Dipende dagli incentivi. E allora siamo punto e a capo, si torna alla casella di partenza.

Lo Russo: questo governo crede nella transizione elettrica?

Lo stesso sindaco Lo Russo, padrone di casa, non ci gira intorno e riassume per i giornalisti l'incontro: con una quota del 2,1% di auto elettriche immatricolate in Italia la domanda può essere stimolata essenzialmente dalla presenza di incentivi pubblici all'acquisto, diversamente si finisce come in Germania: no incentivi? No auto (elettriche). Semmai, dice Lo Russo buttando la palla in campo avversario, “Io avrei piacere che questo governo dicesse con chiarezza se ci crede o non ci crede alla transizione elettrica. Se si decide di andare avanti verso l'elettrico la strada è una e quindi occorre configurare assetti produttivi e incentivi in una direzione, se invece si frena è chiaro che anche le decisioni di investimenti pubblici possono variare . L'invito è che si dicano le cose per come stanno”. E il gioco passa dunque, di nuovo, al governo.

I sindacati presenti sono la parte più perplessa del consesso.

I sindacati prudentissimi

Il comunicato del segretario generale della Cisl Domenico Lo Bianco ha un tono vagamente democristiano: “Abbiamo registrato atteggiamento prudente da parte dell’azienda che ha solo ribadito la volontà di continuare ad investire anche a Torino, ma non ha fornito risposte sul possibile nuovo produttore cinese nel capoluogo regionale. Siamo quindi moderatamente soddisfatti. È solo l’inizio di un percorso importante. Non si è scesi nei dettagli. Ribadiamo la necessità di salvaguardare l’attività manifatturiera di Mirafiori e non solo le alte competenze”. Un po' bastone (poco, a dir la verità), un po' carota.

Api: se arrivano i cinesi il futuro sarà meglio di quanto si pensi

Un giudizio interlocutorio è quello espresso da Gianni Cortese, segretario Uil mentre Gabriella Semeraro, segretaria della Camera del Lavoro sottolinea come Stellantis sia un caso di emergenza rispetto alle altre vertenze ed esprime preoccupazione per la cassa integrazione.

Infine la dichiarazione di Fabrizio Cellino, presidente Api Torino: “Credo che ci saranno due anni di grande sofferenza, ma se Stellantis riuscirà a chiudere un accordo come quello con Leapmotor per 150.000 vetture a Mirafiori il futuro sarà meglio di quanto si pensi”. Però dell'accordo con i cinesi a questo avolo non si è parlato affatto.

Patrizia Corgnati

Ti potrebbero interessare anche: