lineaitaliapiemonte.it | 29 novembre 2022, 07:49

Il limite al contante, alto o basso che sia, non è la soluzione. Di Lorenza Morello*

Si dibatte se sia più opportuno, ai fini del contrasto all'evasione, porre il limite del contante a 30 o 60 euro, come se i grandi evasori fossero coloro che vanno comprare l’insalata al banco del mercato piuttosto che le multinazionali che cercano di delocalizzare le proprie sedi per pagare meno tasse o usufruire di qualche beneficio fiscale. Le proposte di lotta al contante, di cui dalle opposizioni si parla in questi giorni, sono il sintomo del rapporto tra Stato e cittadino. Che forse, qualcuno dimentica, dovrebbe essere basato sulla fiducia

Il limite al contante, alto o basso che sia, non è la soluzione. Di Lorenza Morello*

Il grande dibattito innescato in queste ore sull’innalzamento della soglia del contante e sul passaggio dell’uso del pos da 30 a 60 euro è basato su un falso presupposto, ovvero che per limitare l’evasione il contante debba sottostare ad un limite più o meno alto quando non (auspicabilmente secondo qualcuno) essere del tutto abbandonato.

È davvero avvilente assistere a queste manfrine quando è ormai notorio che i grandi evasori non sono certo quelli che vanno comprare l’insalata al banco del mercato ma bensì le multinazionali che cercano di delocalizzare le proprie sedi per pagare meno tasse o usufruire di questo o quel beneficio fiscale (non certo osteggiato dai molti stati che su queste strategie fiscali hanno risollevato -per non dire risanato- i propri conti).

Le proposte di lotta al contante di cui dalle opposizioni si parla in questi giorni sono il sintomo del rapporto tra stato e cittadino in Italia.

E’ un rapporto basato sulla sfiducia.

Per impedire ad alcuni di usare in modo distorto uno strumento, di per sé legittimo e utile, se ne impedisce o se ne ostacola l’uso per tutti. Si pensi alle autorizzazioni richieste per avviare un’attività d’impresa o a quelle per ristrutturare casa. Perché non perseguire efficientemente chi abusa? Perché è una strada difficile, che richiede organizzazione e responsabilità. Ben più facile aggrottare la fronte, far la voce grossa davanti a tutti, senza alla fine prendere bene la mira con nessuno.

Lo strumento efficiente per scoraggiare gli abusi, senza punire gli onesti, è un semplice sistema di regole, di controlli e di pene certe. Così, contro l’evasione, lo strumento è il buon funzionamento dell’Agenzia delle entrate, della Guardia di finanza e delle altre istituzioni competenti (Dogane, Demanio e Tribunali), affiancato da un sistema efficace che incentivi al rispetto delle norme. In Italia l’evasore spesso negozia uno sconto sui pagamenti dovuti, che pare quasi un premio dato a chi abusa. Altrove le sanzioni sono pesanti e si arriva persino alla reclusione. A chi obiettasse che le nostre istituzioni non hanno sufficiente personale per svolgere le loro funzioni, è opportuno far notare che nel confronto con altri paesi europei i numeri suggeriscono il contrario. Il totale dei dipendenti delle nostre agenzie supera quello del Regno Unito, è comparabile a quello della Francia, paesi con pil e popolazione maggiore.

Per questo il punto non è “quale sia il limite” ma il fatto che il contante non debba avere limite, perché non è lì ne’ il problema ne’ la soluzione.

Infine, a riprova della sostanziale indipendenza tra la diffusione del contante e il rispetto delle norme tributarie, si osservi che il contante viene usato moltissimo anche in Austria e Germania, paesi senza grandi problemi di evasione fiscale. Si obietterà ancora che nei paesi della mitteleuropa il contante non è un problema perché ci sono meno piccole imprese e che tassare le grandi imprese è più facile. E’ una osservazione fondata, ma se il problema sono le piccole imprese allora dovremmo chiederci come farle crescere piuttosto che trattarle a prescindere come presunti evasori.

Aggiusteremmo il problema dell’evasione ed avremmo anche un aumento di produttività e salari, visto che sono proprio le micro imprese a registrare le performance peggiori di produttività e fatturato nel sud dell’Europa.

E l’evasione, quella vera, sta ben altrove.

*Lorenza Morello, giurista d’impresa, presidente nazionale APM