lineaitaliapiemonte.it | 15 febbraio 2022, 13:15

550 esuberi alla Marelli ma saranno uscite volontarie e resta l'attività industriale

Porta le firme di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR l'accordo per Marelli: 550 esuberi ma è stata raggiunta un' intesa che ne permette la gestione con strumenti unicamente volontari. L'intesa prevede solo uscite volontarie e garantisce la presenza delle attività del Gruppo in Italia, sia dal punto vista industriale che occupazionale

550 esuberi alla Marelli ma saranno uscite volontarie e resta l'attività industriale

È stata siglata oggi con Marelli una duplice intesa che prevede di affrontare i 550 esuberi, di cui 100 fra i dirigenti, con strumenti unicamente volontari, attraverso l’utilizzo delle dimissioni incentivate e del contratto di espansione, che dovrà successivamente essere siglato presso il Ministero del Lavoro.

Garanzia della continuità produttiva

L’intesa, assicura il comunicato dei sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR, garantisce la presenza delle attività del Gruppo in Italia, sia dal punto vista industriale che occupazionale ed impegna l’azienda ad avviare un percorso con i sindacati volto ad affrontare, per ogni singola divisione, la verifica delle missioni produttive degli stabilimenti, delle attività di ricerca e sviluppo e di staff.

Contratto di espansione

Il contratto di espansione darà l’opportunità a massimo 350 persone, di uscire anticipatamente per agganciare la pensione entro 5 anni. Dal 15.2.22 sarà possibile aderire con una pre-adesione volontaria e durerà fino al 30 giugno. L’indennità sarà pari al trattamento pensionistico al momento dell’uscita. Inoltre nello stesso contratto di espansione sono previste assunzioni in rapporto di 1/3 delle uscite (massimo 117, se si realizzeranno tutte le uscite, di cui circa 90 fra i somministrati oggi presenti di Bari e di ALI Venaria, con circa 30 ingegneri nelle aree di R&D), nonché piani formativi che saranno poi dettagliati nella versione definitiva da siglare al ministero.

Dimissioni incentivate

Le dimissioni incentivate, non saranno seguite dalla Naspi o da altro trattamento di disoccupazione, in quanto non sono state precedute dalla apertura di procedure di licenziamento e dunque sono qualificate come uscite volontarie in senso stretto. Le uscite volontarie incentivate saranno massimo 200 e la loro somma con le uscite del contratto di espansione non potranno superare i 450 (i 100 dirigenti saranno conteggiati e gestiti a parte). Le uscite potranno avvenire dal 15/02/2022 fino al 30/06/2022, nel rispetto delle esigenze tecnico organizzative, vale a dire subordinatamente al fatto che la propria posizione sia potenzialmente rientrante fra le eccedenze. L’incentivo varierà per qualifica e anzianità: per il personale con massimo 5 anni di anzianità aziendale, l’incentivo sarà pari a 24 mensilità di retribuzione lorda e in ogni caso per gli impiegati e quadri non inferiore ai 50.000 euro e per gli operai non inferiore a 40.000 euro; per il personale con oltre 5 anni di anzianità aziendale, l’incentivo sarà pari a 36 mensilità di retribuzione lorda, in ogni caso per gli impiegati e quadri non inferiore ai 100.000 euro e per gli operai non inferiore a 70.000 euro. Per chi uscirà entro il 30/04/2022 sono previste ulteriori 20.000. Le suddette mensilità di incentivo, ferme restando le cifre minime, saranno rimodulate nel caso in cui la persona sia a meno di tre anni dal pensionamento. È anche previsto il principio della mobilità interna alla azienda, per consentire passaggi da mansioni potenzialmente in esubero a mansioni rese libere dalle suddette uscite. Infine sono previsti il monitoraggio a livello nazionale ma anche di unità produttiva dell’esecuzione degli accordi, sia nella parte relativa alle uscite, sia in quella relativa alla formazione e alle assunzioni.

La mobilità interna

“Sarà fondamentale l’applicazione del principio della mobilità interna, per realizzare un’effettiva volontarietà delle uscite e per riequilibrare il personale nelle funzioni legate alle nuove tecnologie. Si tratta di un accordo positivo che ci ha consentito di approfondire le missioni industriali dei siti e che scongiura il rischio di esuberi unilaterali utilizzando gli strumenti oggi a disposizione. È evidente però che sono necessari ulteriori strumenti specifici, di tutela delle attività industriali e di salvaguardia dell’occupazione”, affermano i firmatari dell'intesa.

Appello al governo

Secondo i sindacati “per affrontare la fase di crisi e la transizione è urgente che il Governo convochi sindacati e il sistema delle imprese affinché il cambiamento in atto diventi un’opportunità di rilancio del settore e di sviluppo dell’occupazione nel nostro Paese”.

Redazione

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