lineaitaliapiemonte.it | 28 novembre 2021, 21:56

Feste e assembramenti, la legge non è uguale per tutti

Duro comunicato di protesta del Siulp, sindacato di Polizia, dopo la festa non autorizzata dei centri sociali ai Giardini Reali protrattasi fino a tarda notte. Il segretario Eugenio Bravo: “C'è qualcosa che non ci torna: se pensiamo che i cittadini devono seguire pedissequamente le misure anti-Covid 19 come quella del divieto di far visita ai propri cari negli ospedali, la situazione diventa decisamente contraddittoria quando si constata che ci sono sacche di popolazione che sembrano vivere in un mondo parallelo senza regole e limiti”

Feste e assembramenti, la legge non è uguale per tutti

Il comunicato che il Siulp torinese non usa le mezze misure. Si parla di cittadini attoniti di fronte a una festa non autorizzata proseguita fino alle tre di notte e il giorno successivo culminata con corteo e spettacolo alla 4.30 di notte in pieno centro. Non una manifestazione no green pass ma l'anniversario di radio Black Out, emittente di riferimento dei centri sociali torinesi. E dire che d'ora in poi, pre prevenire i contagi, una parte di poplazione non potrà più salire sui mezzi pubblici se non dopo aver fatto un tampone e non sarà neppure più possibile visitare i prori cari in ospedale. "Dura lex, sed lex", ricorda Eugenio Bravo, segretario del Siulp. Ma, se è così, deve valere per tutti. Di seguito il testo del comunicato emesso dal sindacato di Polizia

Le disposizioni anti-Covid 19, a prescindere dalla variante, bisogna prenderne atto, non valgono assolutamente per i Centri sociali che, infischiandosene altamente delle misure precauzionali volte a frenare l'epidemia, hanno pensato bene di organizzare una festa a cielo aperto nei Giardini Reali di Torino, cantando e ballando senza mascherine e senza il minimo accorgimento anti-Covid 19. Dalle 9,30 di sera alle 03,00 di notte le Forze dell'Ordine, al fine di evitare che la situazione peggiorasse o degenerasse in modo pericoloso e preoccupante, nonostante la carenza di organico da impiegare in altri ambiti per la sicurezza dei cittadini, sono state impegnate a vigilare che quanto stava accadendo nei Giardini Reali non comportasse ulteriori problemi per la cittadinanza.

Le legittime rimostranze dei cittadini residenti, attoniti e disturbati dal fracasso delle musiche ad alto volume ed indignati per la condotta incosciente ed irresponsabili di questi 150 aderenti al collettivo studentesco KSA riconducibile ad Askatasuna, famigerato Cento sociale di Torino, hanno rappresentato il loro sdegno e la loro rabbia, obbligati a subire queste assurde presenze fino alle 03,00 di notte.

Stesso copione il giorno seguente ma stavolta si organizzavano ulteriori 250 persone gravitanti nell'area anarchica che si ritrovavano alle 15,00 al "Fenix" presso i Giardini Reali, continuando poi la loro manifestazione con corteo musicale e festeggiando la conclusione di questo irresponsabile spettacolo alle ore 04,30 in via Monteverdi. Gli aderenti di Askatasuna terminavano il loro corteo con musiche e schiamazzi nel Parco Dora alle 03,00. Entrambe le manifestazioni, naturalmente senza la minima autorizzazione dell'Autorità di Pubblica Sicurezza, non miravano a rivendicare NO-GREENPASS o contestazioni libertarie, ma a festeggiare l'anniversario di Radio Blackout, voce dei Centri sociali.

È come se questi individui godano di qualche immunità speciale, giacché le regole valgono solo per i cittadini rispettosi dello Stato e le sue leggi.

C'è qualcosa che non ci torna: se pensiamo che i cittadini devono seguire pedissequamente le misure anti-Covid 19 come quella del divieto di far visita ai propri cari negli ospedali, la situazione diventa decisamente contraddittoria quando si constata che ci sono sacche di popolazione che sembrano vivere in un mondo parallelo senza regole e limiti.

Le regole devono valere indistintamente per tutti inclusi i Centri social e consimili continua Eugenio Bravo e non solo; devono valere per tutti coloro che con assembramenti o aggregazioni pericolose, occupano gli spazi urbani agevolando i contagi, in particolar modo in quelle aree periferiche spesso abbandonate a soggetti fuori da ogni controllo sociale.

Siamo consapevoli dell'importanza delle regole, e dei criteri che proteggono il popolo da questa maledetta epidemia e proprio per questo pretendiamo che tutti, ma proprio tutti, si adeguino in modo inequivocabile alle misure stabilite; se ciò non avviene il metodo risolutivo non può essere solo quello di continuare a vigilare e sperare sulla buona volontà dei trasgressori che sfidano impunemente lo Stato e le sue leggi.

Se poi le regole si ritiene che non siano realisticamente applicabili, allora la politica si assuma la responsabilità di renderle più concrete e meno astratte, perché l'enfasi e la serietà dei proclami sulla cautela e sulla prevenzione cozzano clamorosamente con situazioni contraddittorie e a dir poco imbarazzanti.

"DURA LEX, SED LEX" ma, se è così, deve valere per tutti.


Redazione

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