lineaitaliapiemonte.it | 07 ottobre 2021, 17:11

Lo Russo da Mirafiori alla Falchera in viaggio sul 4: “Necessari mezzi pubblici più frequenti, più puliti e più sicuri”

Fra gli appuntamenti del candidato del centro sinistra Stefano Lo Russo il viaggio a bordo del mitico 4, metropolitana leggera che attraversa da sud a nord la città: un percorso consigliato a chiunque voglia conoscere davvero Torino e che vale come un viaggio vero e proprio. Cambiano le zone e cambiano gli utenti: un'esperienza da non perdere

Lo Russo da Mirafiori alla Falchera in viaggio sul 4: “Necessari mezzi pubblici più frequenti, più puliti e più sicuri”

E' partito di buon'ora Stefano Lo Russo stamattina, è salito sul 4 e tra un incontro , un saluto e un selfie con i passeggeri è giunto al capolinea alla Falchera. Dal punto di vista della comunicazione una “genialata”, dal punto di vista umano senza dubbio un arricchimento. Non per nulla lo stesso Lo Russo ha affermato che quel viaggio dovrebbe farlo chiunque abbia a cuore Torino.

Il 4, almeno da studenti, a Torino lo abbiamo preso un po' tutti. Così pure il candidato del centrosinistra che ha ammesso di non avere mai fatto il percorso da capolinea a capolinea. Ed è davvero una scoperta. Si inizia a Mirafiori, con la sua anima industriale, si percorre corso Unione Sovietica, si passa davanti all'ospedale Mauriziano poi il centro e via, verso Porta Palazzo. Cambiano le zone e specularmente cambiano gli utenti. Studenti, impiegati, madamin per un certo tratto e poi la Torino che arriva da tutto il mondo. Dopo Porta Palazzo salgono sul 4 tutte le diversità. L'Africa ha la rappresentanza maggiore ma l'Asia non è da meno con qualche nicchia sudamericana. Si spartiscono i posti a sedere e quelli in piedi con pensionati e casalinghe con i borsoni della spesa. Si sa , a Porta Palazzo si compra bene e si risparmia. Una ragazza africana con una bimba piccolissima legata dietro alla schiena, in un modo che solo abitudini di generazioni permettono di portare con tanta sicurezza, desta l'interesse del pubblico femminile. Un signore disabile con la carrozzella chiede aiuto in uno stentato italiano per poter salire. Un donnone carico di borse cerca di farsi spazio; ragazzi e ragazze con le cuffie ascoltano chissà cosa e non si accorgono di niente, tutti uguali, ognuno per i fatti suoi. Sono figli di internet e dei social, dal nord al sud del mondo senza distinzione. Si continua in corso Giulio Cesare che sembra non finire mai poi ci si infila in una semigalleria ed è stazione Stura: un po' inquietante, tetra, viene da guardarsi le spalle. Il 4 da un po' ha cominciato a liberarsi. Della folla ( mascherata, of course) di Barriera di Milano resta solo qualcuno che va verso l'estrema periferia. Si attraversa il ponte sullo Stura, guardando sulla destra un'immagine, inaspettata, da cartolina con le piante che si specchiano nell'acqua. Ed ecco sembra tutto più verde. Di Torino solo il nome, tanto sembra tutto diverso. Cominciano case più basse, tanto spazio, ancora verde. E' Falchera, l'ultimo pezzo della città.  “Il nostro programma punta molto sul trasporto urbano, dice Lo russo, fa parte di una strategia fra integrazione tra diversi mezzi di trasporto. Sarà una cosa che aggrediremo politicamente fin da subito. C'è tutta una serie di linee che sono state ritoccate creando più problemi di quanti siano stati risolti. E poi più mezzi, più accessibili, più puliti”. In mezzo al silenzio di una strada grande quanto deserta, il capolinea. Siamo arrivati alla fine del viaggio. Ma lui si augura sia solo l'inizio.

Patrizia Corgnati