La nuova frontiera degli investimenti in opere d’Arte (meglio sarebbe dire in questo caso in beni collezionabili, visto che di artistico qui c’è ben poco) pare indubbiamente quella: lo stesso Simon De Pury ha recentemente dichiarato che gli NFT sono entrati nel Mercato dell’Arte per restarci.
Non-Fungible Token, sono file digitali inseriti nella blockchain e non fungibili, quindi caratterizzati da una loro peculiarità che li rende unici (come i bitcoin) ma, in più, non intercambiabili.
Marzo e Aprile 2021 sono stati i mesi in cui l’Arena delle grandi case d’asta si è aperta per la prima volta in modo massivo ( invero c’erano già stati dei prodromi in precedenza) a queste nuove “creature” da proporre al pubblico dei collezionisti. Vediamo com’è andata con le valutazioni fatte da Pi-Ex Ltd di Londra, primaria fornitrice indipendente di Data base sulle Aste d’Arte. - L'asta NFT di Christie's, "Beeple, The First 5,000 Days" è stata la prima asta NFT, organizzata dal 25 febbraio all'11 marzo. Ha generato $ 69.4m per la casa d'aste e registrato 353 offerte (rileva il Sole 24 Ore che Christie’s ha rivelato che ad acquistare l’opera è stato Metakovan, pseudonimo del fondatore e finanziatore di Metapurse, il più grande fondo NFT al mondo). - Asta NFT di Sotheby's, "The Fungible Collection" di Pak è stata organizzata per un periodo di 2 giorni dal 12 al 14 aprile. Attraverso azioni multiple, ha generato $ 16.8m in totale, di cui 2 SNF (The Switch e The Pixel) sono stati messi all'asta, mentre altri NNF sono stati venduti a prezzi fissi. I due SNF messi all'asta hanno portato $ 2.8m alla casa d'aste tramite rispettivamente 11 offerte e 42 offerte. - Asta Phillips NFT, "Mad Dog Jones, Replicator" chiusa oggi, 23 aprile dopo una settimana online. Ha generato $ 4.14m per la casa d'aste e registrato 67 offerte.
Come “contorno”, casuale o meno che sia, la quotazione al Nasdaq proprio in questo periodo della principale piattaforma di scambio di criptovalute sul Nasdaq: Coinbase ha iniziato con una capitalizzazione di Borsa che ha raggiunto quella di Intesa San Paolo e Unicredit messe assieme. Si tratterà di una nuova Google o di un fuoco di paglia? Lo disvelerà il futuro, anche se c’è probabilmente di propendere più sulla prima ipotesi.