lineaitaliapiemonte.it | 01 maggio 2021, 15:08

L' “affaire madamina”, Giachino: “Sulla decisione delle manifestazioni SITAV la TELT non c’entra nulla”

Dopo la pubblicazione dell'incarico di Telt da 90mila euro a Simonetta Carbone, una delle madamine che ha presieduto la manifestazione del 10 novembre 2018 a favore del supertreno, per un lavoro di rassegna stampa, il mondo notav è in subbuglio: “Che le “madamine” della collina fossero più o meno eterodirette era evidente (...) Ma chi avrebbe immaginato che a tirare i fili delle marionette in arancione ci fosse niente di meno che la società promotrice del TAV?” scrive il sito notav.info. Ma spunta Bartolomeo Giachino: “L'idea della monifestazione fu mia. Le madamine dopo il successo della manifestazione si presero i meriti ma l'idea fu mia, sulla decisione della manifestazione Simonetta Carbone non ha assolutamente influito , tantomeno la TELT”. Ecco, per filo e per segno , cosa accadde in quei giorni

L' “affaire madamina”, Giachino: “Sulla decisione delle manifestazioni SITAV la TELT non c’entra nulla”

Nella decisione sulla grande  manifestazione SITAV Simonetta Carbone non c’era e non ha assolutamente influito , tantomeno la TELT che anzi io critico per il ritardo nei lavori della Tav”. Inizia così Mino Giachino, fondatore di Sì tav - Sì Lavoro a proposito della questione, balzata alle cronache in questi giorni, secondo la quale a Simonetta Carbone, una delle madamine torinesi artefici della piazza del 10 novembre 2018, Telt ha affidato, per 90mila euro, l'incarico di rassegna stampa.

Il sito notav.info, riportando in home page la vicenda pone una chiara interpretazione: “La Madamina si tav era pagata dalla ditta promotrice del Tav”. E ancora: “Che non ci fosse granché di spontaneo in quella piazza Castello gremita appena il tempo di una foto, era indicato subito dalla presenza più o meno sorniona di sotto-segretari, ministri, parlamentari senza contare le varie associazioni corporative confindustria, confcommercio, confesercenti e conflaqualunque. D’altro canto, che le “madamine” della collina fossero più o meno eterodirette era evidente anche dalle non proprio brillanti performance mediatiche in cui ammettevano la propria totale ignoranza a proposito del progetto, coperta solo da slogan vuoti quanto arroganti come quelli sui valsusini che dovevano limitarsi a prendere la loro capretta e andare a vivere nella valle accanto. Ma chi avrebbe immaginato che a tirare i fili delle marionette in arancione ci fosse niente di meno che la società promotrice del TAV?”.

Ma a stretto giro di posta arriva la verità di Giachino che racconta per filo e per segno cosa accadde in quei giorni: “L’idea della Manifestazione fu mia e la comunicai in una intervista a Lodovico Poletto de La Stampa che uscì mercoledì 31 Ottobre 2018. Nel pomeriggio ne parlai con l’allora Direttore dell’Unione Industriali Beppe Gherzi che preferiva farla alle OGR. Decidemmo di vederci in un incontro riservato in via Fanti con Dario Gallina e lo stesso Beppe Gherzi. A quell’incontro io invitai Patrizia Ghiazza che intervenne insieme a Giovanna Giordano. Prima della riunione  seppi che i partiti stavano pensando di organizzare una manifestazione per il 17 novembre e immaginando l’insuccesso di una manifestazione politica proposi la data del 10 Novembre e uscito dall’incontro io inviai la richiesta di autorizzazione per la Piazza Castello in Questura. Di tutto questo io non parlai mai con la TELT anche perché sono molto critico sull’andamento lento dei lavori.

Ovviamente visto il successo di quella manifestazione le madamine cercarono di averne i meriti ma non fu così.  Simonetta Carbone non ebbe alcun ruolo decisionale in quei giorni.

La mia passione civica era ed è genuina e assolutamente gratuita e non voglio che il desiderio di appropriarsi dei meriti sul Movimento SITAV possa inficiare una grande manifestazione di massa che riuscì soprattutto grazie al successo della mia Petizione su Change.org che oggi ha superato 114.000 adesioni e che la mattina della manifestazione aveva raggiunto quota 60.000.

La Questura ritenne che la metà di chi aveva aderito alla mia petizione era nella Piazza che ha cambiato la Storia della TAV, l’opera più importante per il futuro di Torino e del Paese”.

Una manifestazione certo organizzata e certo non ignota a tanti stakeholders in città ma sulla quale Telt non mise becco, così racconta , in pratica, l'ex sottosegretario al lavoro del governo Berlusconi che, forse, coglie l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, considerato il protagonismo delle madamine a scapito di chi ci aveva messo la faccia, anzi , la firma.

Redazione

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