Lo si capiva già dal 2019, con un pesante -17% del fatturato delle Aste di Belle Arti globali. Il Covid-19 è stato un ulteriore, vieppiù gravissimo, pretesto per “ritracciare” il Mercato dell’Arte a livelli più bassi( il fatturato 2019 è stato poco più di 60 miliardi di Dollari a livello globale), per quanto il fenomeno non abbia al momento intaccato il livello medio dei prezzi degli artisti trattati a livello internazionale se non nei supertop lots che, più che altro, sono stati proposti in Asta in maniera molto minore che in passato: ormai in quest’ambito si registra un sempre più marcato disallineamento per le aspettative dei venditori e le offerte potenziali dei compratori ed è sempre più difficile realizzare Cataloghi importanti come quelli che nel recente passato fatturavano anche un miliardo di Dollari a Sessione.
I dati consuntivi delle principali case d’asta parlano di un -30% di vendite quanto alle Sessioni d’asta, dato meno grave di quanto previsto ad inizio pandemia in quanto, pur non in grado di fungere da succedaneo pieno a quelle in presenza, le aste online hanno fatto la loro parte importante nel sostegno del mercato. Ancor più le vendite private delle Case d’asta, ormai a ridosso del 30% del totale delle vendite complessive di questi operatori dal 20% scarso dell’anno passato.
Un miliardo e mezzo di private sales per Sotheby’s, che quest’anno batte nettamente Christie’s sia per le vendite private che per il fatturato complessivo( - 16% sul 2019). La maison di François Pinault guidata da Giullaume Cerutti chiude quest’anno, con un -25% di fatturato, ampiamente sotto i 5 miliardi di fatturato raggiunti invece dalla storica rivale posseduta da Patrick Drahi e amministrata da Charles Stewart, che pare aver molto degnamente sostituito Tad Smith ai vertici dell’ex public company non più quotata in borsa dopo l’acquisizione di Drahi per 3,7 miliardi di Dollari.
Molto attiva anche Phillps -che sta sperimentando una joint venture con la principale casa d’aste cinese, la Poly( terza al Mondo), facendo presagire che in futuro potrebbero esserci sviluppi a livello di merger/acquisition nel settore- del gruppo russo Mercury, in grado di competere anche nei volumi nelle aste serali più importati con le due più blasonate rivali.
Fra le note positive un risveglio del mercato degli artisti Afro, che sono stati certamente il fenomeno dell’anno( da Amoako Boafo- una sua opera nell’immagine- a Tschsabalala Self), e fra quelle caratteristiche la pratica sempre più costante dell’ibridazione delle aste, il cui numero si è peraltro innalzato molto( in specie quelle online), cioè immettendo nella medesima Sessione non solo dipartimentyi diversi come Old Masters, Impressionist& Modern e Postwar & Contemporary ma anche Design e auto d’epoca, ormai considerabili come le fotografia opere d’arte a tuti gli effetti.