lineaitaliapiemonte.it | 10 settembre 2020, 15:59

Scontro fra Cirio e l'Ufficio Scolastico Regionale: “Misuriamo la febbre a scuola”

Misurazione della febbre a scuola, le critiche sono giunte dal direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale (Usr) del Piemonte, Fabrizio Manca che ha definito la decisione della Regione "tardiva e impropria" aggiungendo che questa modalità evidenzia poca fiducia della Regione stessa nelle famiglie mentre lo Stato dimostra di averne. A stretto giro la risposta del Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: “Da settimane chiediamo al Governo che la febbre venga misurata a scuola e, da settimane, ripeto che se non fossero intervenuti da Roma lo avremmo fatto noi con una ordinanza”

Scontro fra Cirio e l'Ufficio Scolastico Regionale: “Misuriamo la febbre a scuola”

La Regione intendeva formalizzare la misurazione della febbre a scuola già un mese fa, ma l’Usr aveva chiesto di attendere l’indicazione nazionale. Per rispetto istituzionale, comunicano dalla presidenza della Regione, Cirio l’ha fatto, ma non accetta che ora lo si accusi di un ritardo “perché dopo mesi per prepararsi, in cui l’unica priorità doveva essere la ripartenza dell’anno scolastico, le linee guida nazionali sono arrivate solo alla fine di agosto”.

Cirio ha aggiunto che “per tutta l’estate i nostri dirigenti scolastici e i nostri sindaci hanno lavorato ininterrottamente per inventare soluzioni che nessuno aveva indicato loro. Si sono improvvisati geometri e ingegneri. Ora mancano quattro giorni all’inizio della scuola e non c’è ancora certezza sugli insegnanti che servono per completare l’organico, sui banchi, sulle mascherine chirurgiche che il Governo ha previsto che le scuole consegnino tutte le mattine”.

La Regione Piemonte ha anche stanziato 500 mila euro per aiutare le sue scuole a comprare termometri e termoscanner che, sottolinea, sarebbe stato compito del Ministero far avere ai territori.

Secondo il presidente Cirio se c’è qualcuno di “tardivo” non è certo la Regione: “Trovo assurdo che, nel mezzo di una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, si stia a discutere della richiesta di controllare ogni giorno che la temperatura venga indicata sul diario, oppure su un foglio, sul registro elettronico, in una chat di classe o con qualsiasi altro mezzo comodo e facile scelto dalla scuola. Non mi sembra che si stia chiedendo la luna, visto che in gioco c’è la salute dei nostri figli e dei loro nonni, che sono le persone con cui trascorrono molto del loro tempo. In un Paese normale la temperatura la rileverebbe la scuola all’ingresso, come stanno facendo da mesi gli uffici pubblici e le aziende”.

Il Presidente ha concluso sottolineando che “abbiamo da affrontare mesi difficili e le energie sarebbe opportuno usarle per cose più utili di polemiche strumentali. Lo conforta, però, sapere che molte scuole e molti comuni, a prescindere dalle lungaggini burocratiche ministeriali, si erano già organizzati per la rilevazione della temperatura a scuola, dimostrando di avere più buon senso di chi decide a Roma”.

Redazione

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