Editoriali | 10 agosto 2020, 16:34

Lo Stato ti dà (dice di darti) qualcosa con una mano, ma te la prende con l’altra. Di Carlo Manacorda*

Tanti bonus promessi, da quelli più bislacchi a quelli più seri, si potranno considerare aiuti reali solo quando si trasformeranno in quattrini sonanti. In più lo stesso Stato che promette, ed eventualmente concede, vantaggi economici, se li riprende attraverso le tasse. Solamente che i bonus non hanno termini di riscossione mentre le tasse , che i quattrini ci siano o no, vanno pagate alla scadenza. Intanto il governo promette una riforma fiscale generale per il 2021: pagare meno, pagare tutti. Una frase davvero mai sentita

Lo Stato ti dà (dice di darti) qualcosa con una mano, ma te la prende con l’altra. Di Carlo Manacorda*

E’ ormai un dato certo che molti italiani si trovano, in conseguenza della recessione causata dal Coronavirus, in difficili condizioni economiche, spesso in povertà. Si può quindi pensare che stiano cercando, nei fumosi decreti che il Governo continua a sfornare dicendo sempre di voler far ripartire il sistema economico, qualche bonus che li possa aiutare nella vita di tutti i giorni. Non pensiamo che l’attenzione si fermi su quelli più bislacchi: acquisto di biciclette o monopattini (chi ha difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, non pensa a comprarsi una bicicletta o un monopattino). Guardando a quelli più seri, possono interessare i bonus per l’acquisto di abbigliamento, calzature o elettrodomestici, per le attività commerciali nei centri storici, a favore dei lavoratori del turismo e dello spettacolo, per i pagamenti con carte elettroniche e via discorrendo. Ma possono anche interessare quelli che riguardano le manutenzioni della casa, gli impianti energetici, ecc. Poiché i Decreti Rilancio e Agosto ne contengono in gran quantità, qualche bonus utile sicuramente lo si trova.

Bisogna dire che le esperienze dei mesi passati hanno insegnato che le promesse di Conte spesso restano tali. Ingarbugliata burocrazia per ottenere i benefici (pensiamo ai 600 euro per i lavoratori autonomi, ai crediti per le imprese, ecc.), ma i benefici restano sulla carta (ovviamente per colpa di tutti, mai del Governo che, palesemente, ha sbagliato conti e procedure). Quindi, tutti i bonus si potranno considerare aiuti reali quando si trasformeranno in quattrini sonanti. Per esempio, il cosiddetto superbonus casa 110% prevede tali e tanti adempimenti per ottenerlo ― compreso il ricorso a professionisti abilitati a rilasciare certificazioni (la cosiddetta “asseverazione tecnica”) ―, che forse converrà soltanto per grandi interventi, non certamente per cambiare qualche porta o qualche finestra (ma i cittadini vengono illusi che il superbonus convenga sempre).

Detto questo, diamo pure per scontato che tutti i bonus si trasformino, nel giro di un po’di tempo, in vantaggi economici per cittadini e imprese (per il tempo, non bisogna infatti dimenticare i 155 decreti da emanare per attuare il decreto Rilancio e non sappiamo ancora quanti ce ne saranno per il decreto Agosto visto che, al di là dei proclami di Conte, è ancora da scrivere). Va però tenuto ben presente che lo stesso Stato che ti ha promesso (e magari concesso) i vantaggi economici, se li riprende tutti e rapidamente attraverso le tasse. Così è avvenuto il 20 luglio. Ha preteso che imprese e professionisti ― dei quali aveva ben riconosciuto le difficoltà, non avendo avuto guadagni a causa dell’epidemia, fino a promettere loro sussidi e contributi (che spesso non ha dato) ― versassero le tasse del 2019 indipendentemente dalle condizioni economiche nelle quali potevano trovarsi. E così avverrà per le tasse sospese durante il lockdown. Il decreto Agosto sposta soltanto a dopo il 15 ottobre (ora era il 31 agosto) la riscossione delle tasse di coloro che non le hanno pagate durante il “blocco”, anche se ne riduce l’importo al 50% e rinvia la riscossione dell’altro 50% a una rateizzazione successiva.

E c’è una differenza notevole tra ottenimento dei bonus e pagamento delle tasse. Per i primi, non ci sono termini per la riscossione. Le seconde vanno pagate alla scadenza tanto che uno disponga delle risorse occorrenti, quanto che non ne disponga. E si dà per certo che molti non avranno le risorse non avendo avuto ricavi e, quindi, dovranno indebitarsi per pagarle.

Va riconosciuto che lo Stato gioca questa partita con abile astuzia. Per farsi pagare gli 8,4 miliardi di tasse il 20 luglio, ha pianto miseria dicendo che non aveva più un becco d’un quattrino nelle casse e aveva assolutamente bisogno di questi soldi per andare avanti (ma non dice dove vanno a finire tutti miliardi che incassa, quasi quotidianamente, dalla vendita di BOT, BTP ordinari, BTP Futura, BTP Italia, ecc.). Ora sta gridando ai quattro venti che, a causa della pandemia, nel 1° semestre dell’anno si sono incassati 14 miliardi in meno di tasse. Così toglie al contribuente qualsiasi pensiero di chiederne una riduzione: le casse dello Stato andrebbero a scatafascio!

Vero è che uno Stato che si cura dei propri cittadini dovrebbe esaminare, anche nel rispetto dei principi fiscali previsti dalla Costituzione, situazione per situazione, e vedere chi è in grado di pagare e chi no. Infatti la Costituzione dice che ciascuno deve pagare le tasse in base a un proprio reddito reale e non ipotetico. Per chi non ha avuto reddito, si potrebbe anche prevedere l’annullamento delle tasse dirette, quali l’IRPEF. Infatti egli, in ogni caso, ne paga già molte (IVA, tasse sui carburanti, IMU, TARSU, TOSAP, ecc.). Ma è certamente più comodo far cadere la scure su tutti, pur di rastrellare quattrini.

Naturalmente ― ripetendo lo slogan che è vecchio quanto la Repubblica italiana: “Pagare meno, pagare tutti” ―, il Ministro dell’economia Roberto Gualtieri promette una Riforma fiscale generale per il 2021. In sintonia con le dichiarazioni autocelebrative di Conte ― per il quale il suo Governo è “quello dei fatti e non dell’attendismo e dell’incapacità a prendere decisioni, avendo assunto decisioni mai prese nella storia repubblicana” (poveri Governi precedenti di incapaci!) ―, il Ministro informa che “obiettivo del Governo è quello di disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli”. Per farlo, assicura controlli più efficaci e una persuasione più convincente per l’adesione volontaria dei contribuenti a pagare le tasse (in questo, forse neanche il Padreterno ci riuscirebbe). E mai più condoni (proprio mentre ne sta facendo uno per i gestori di stabilimenti balneari). Anche in questo, Gualtieri non è originale: tutti i governi hanno assunto impegni di questo genere, senza mai rispettarli.

La partita continua comunque a essere giocata con furbizia. Conte proclama: italiani, vi promettiamo i bonus e la riforma fiscale (ma, intanto. pagate le tasse di oggi). In definitiva, applica il proverbio che dice: “Chi vive sperando, muore cantando”.

*Carlo Manacorda, docente di Economia Pubblica ed esperto di bilanci dello Stato

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