In merito all’esplosione di casi in provincia di Alessandria, l'assessore Icardi ha puntualizzato che “le due serate danzanti nella sala da ballo di Sale hanno prodotto in poco tempo migliaia di contagiati perché non aveamo le generalità dei partecipanti, mentre ad Asti avevamo i nomi di tutti quelli che hanno partecipato ai soggiorni ad Alassio e abbiamo potuto eseguire un’indagine epidemiologica corretta. In Veneto hanno avuto piccoli focolai distribuiti su tutto il territorio e più facili da controllare, e lo hanno fatto bene; l’Emilia, Regione prima in Italia per i livelli essenziali di assistenza, ha avuto un focolaio esplosivo che non è riuscita a contenere”.
L’assessore ha poi voluto chiarire la questione dei tamponi: “In Piemonte li facciamo ai sintomatici perché il 27 febbraio il Ministero della Salute ha emanato una circolare che dettava questi criteri, e noi li abbiamo seguiti come ha fatto l’Emilia Romagna. Oggi il numero dei positivi aumenta perché abbiamo potenziato la rete dei laboratori che li eseguono, ma i nuovi casi sono percentualmente meno. Inoltre, fare tamponi a tappeto non esclude che poi dopo pochi giorni le persone risultate negative possano diventare positive”.
Altro aspetto i letti di terapia intensiva: “I posti sono più che raddoppiati, da 287 a quasi 600, con uno sforzo encomiabile della rete ospedaliera di cui dobbiamo andare orgogliosi. Non c’è stato nessuno che non sia stato curato correttamente”.
Icardi è poi ritornato sulla questione dei dispositivi di sicurezza individuali: “Abbiamo creato un centro di acquisti a supporto delle Asl, abbiamo acquistato all’estero dove si è potuto, in quanto molti Stati hanno chiuso le frontiere, consegnato agli ospedali quello che abbiamo acquisito in quanto siamo responsabili del servizio sanitario regionale. Abbiamo fornito mascherine a Rsa, farmacisti, medici di base, protezione civile, forze dell’ordine, avviato gare tramite SCR. Tutto muovendoci in quadro normativo ordinario che non consente alla Pubblica amministrazione i pagamenti in anticipo. Ovviamente, le difficoltà di approvvigionamento sono le stesse per tutte le Regioni”.
Infine, l’assessore ha fatto presente che “la curva dei contagi ha raggiunto il tetto e sta lentamente calando. Noi siamo considerati una coda dell’epidemia lombarda con otto-dieci giorni di ritardo, per cui la nostra curva inizierà a scendere di più fra qualche giorno. Tutte le pandemie hanno un andamento sinusoidale decrescente con riprese periodiche. Sarà così fino a quando avremo il vaccino, che potrà finalmente interrompere il ciclo. Ritornare alla normalità di prima di allora è difficilmente ipotizzabile, ritornare a una normalità disciplinata, con misure come mascherine e distanziamento sociale, mi sembra più fattibile. In ogni caso deciderà il Governo in quanto la Sanità è una competenza concorrente dove l’ordinario spetta alle Regioni e lo straordinario allo Stato”.